PASCUAL-VILAPLANA EN LA CRÍTICA MUSICAL INTERNACIONAL

BANDA MUNICIPAL DE BILBAO

Críticas y c0mentarios en la WASBE Conference

Tivoli Auditorium. Utrecht, 19 de julio de 2917

 

“This evening’s concert featured the impossibly amazing Banda Municipal de Música de Bilbao, led by José R. Pascual-Vilaplana. They played:

Andante y Polonesa – Juan Cantó Francés

Una Aventura De Don Quijote – Jesús Guridi (arr. Franco, adapted Pascual-Vilaplana)

Agüero – José Franco Ribate

Caleidescopio – Amando Blanquer Ponsoda

Ballets – Miguel Asins Arbó

Tribal Elements – José Miguel Fayos Jordán

Did I already say that this band sounded amazing? It bears repeating – every section sounded as one, and maestro Pascual-Vilaplana was extremely musical, especially in his rubatos, which were interpreted with precision and expression by the players. The Cantó Francés was a very traditional concert overture, at least until the polonaise came in, lending a decidedly different flavor to this piece, which ended up being full of surprises. The Guridi was another surprise which, despite its 1916 composition date, carried strong tonal relations to Gershwin, at least to my ear. It was modern, but with obvious romantic roots. Have you ever wondered what a pasodoble is supposed to sound like? We heard a perfect one tonight, by José Franco Ribate, played by this band. It was at once graceful and forceful, precise and achingly expressive. The Blanquer Ponsoda was the first taste of real modernity: dissonance ran throughout, with an ethereal opening turning eventually angry. We had an intermission to collect ourselves before the Ballets of Miguel Asins Arbó. Each movement of these set of four stuck basically with a familiar dance style, which I would classify as such: caricature waltz, sexy tango, exuberant swing, and “Hollywood!”.  Each of the first three was a perfect encapsulation of its style (the fourth wasn’t far behind, though it labored a bit with an attempt to include another style, the commercial lullaby), and maestro Pascual-Vilaplana’s superb musicianship was on display in full exuberant, dancing-on-the-podium fashion. He and the players obviously share a connection that transcends simply playing together. The Fayos Jordán was a forceful modern statement, laden with effects in the extreme, all executed with conviction. The encore was another pasodoble: Sospiros d’España by Santiago Quinto Serna. It was played with the same gusto and virtuosity as the other. We begged for more, but even the greatest bands must eventually leave the stage”

WIND BAND LITERATURE

A conductor’s perspective

Dr. Andy PEASE

http://windliterature.org/2017/07/19/wasbe-utrecht-day-2-19-july-2017/

“Nach diesem Konzert der Banda Municipal de Música de Bilbao unter der Leitung von José R. Pascual-Vilaplana waren wir uns alle einig: besser konnte es in dieser Woche nicht mehr werden…. (Wir sollten Recht behalten). Ein unglaublich weicher, ausgeglichener, warmer Orchesterklang. Laut aber niemals schreiend, leise aber niemals farblos, leidenschaftlich aber niemals out of control und ein sehr interessantes wenn auch nicht ganz neues Programm. Mit “Spanish Wind Music Through Three Centuries” war das Konzert überschrieben und keines der Werke war langweilig. Das einzige Werk das ich kannte und auch schon einmal gespielt habe war Ballets (Suite for Band, 1991) von Miguel Asins Arbó“.

http://blasmusikblog.com/grossartige-konzerte-bei-der-wasbe-in-utrecht/

 “Der spanische Dirigent José R. Pascual-Vilaplana leitete mit der Banda Municipal de Música de Bilbao sicher eines der besten Konzerte, wenn nicht gar das beste Konzert der ganzen Konferenz. Mit einem komplett spanischen Programm überzeugte er durch die Auswahl, aber vor allem durch den überaus ausgewogenen Klang und sehr emotionalen Aufführungen.”

 

http://blasmusikblog.com/wasbe-konferenz-in-utrecht-treffen-der-internationalen-blasorchester-szene/

BLASMUSIK

Blasmusikblog

Alexandra LINK

Spilimbergo – Piazza Garibaldi: Concerto dell’Accademia dei Corsi di Perfezionamento Musicale

Data dello spettacolo: 02 Aug 2017

Paul Huber Evocazioni
Philip Sparke Symphonic Metamorphosis
Pëtr Il’ič Čajkovskij Suite da La Bella Addormentata
Maurice Ravel Bolero
Direttore José Rafael Pascual Vilaplana
Orchestra a fiati Alpe Adria
Orchestra Sinfonica La Macia

In estate per i giovani musicisti fioccano le opportunità, tra corsi, masterclass, ensemble giovanili, campi scuola e chi più ne ha più ne metta. Opportunità che spesso si rivelano un vantaggio indiretto per il pubblico, che vede l’offerta musicale aumentare vertiginosamente, per di più in un periodo in cui i teatri sono chiusi per ferie.

Guardando solamente al Friuli occidentale si scopre che nell’arco di poche settimane si susseguono i corsi di perfezionamento dell’Istituto Fano, la settimana di lavoro dell’Alma Mahler Kammerorchester a Villa Manin e la residenza estiva della Gustav Mahler Jugendorchester al Verdi di Pordenone. Il tutto si traduce in una serie di concerti e appuntamenti, quasi sempre gratuiti e non di rado di buona qualità.

È il caso appunto del progetto portato avanti dall’Istituto Musicale Guido Alberto Fano che, ormai da diversi anni, organizza un’Accademia di corsi internazionali di perfezionamento che culminano in un doppio concerto: una prima serata veneziana (quest’anno al Malibran), una replica a Spilimbergo, in piazza. Ciò è reso possibile dalla collaborazione con il Teatro La Fenice che “presta” molti professori d’orchestra in veste di docenti prima, di concertisti poi.

Al di là della crescita artistica individuale cui mirano le iniziative di questo tipo, il risultato più sbalorditivo è l’assemblaggio, nell’arco di pochi giorni, di un’orchestra sinfonica vera e propria, composta per lo più da ragazzi che sono spesso digiuni di esperienza nella musica d’insieme (vedere quel violoncellista biondino, che avrà sì e no dieci anni, accanto alla prima parte dell’Orchestra della Fenice è una cosa che riempie il cuore).

Si aggiunga poi che alla prova del palco questa compagine – anzi, sarebbe più corretto parlare di due compagini: l’Orchestra a fiati Alpe Adria, il cui nome suggerisce la composizione prevalente, e l’Orchestra Sinfonica La Macia, rimpolpata negli archi – regge con una qualità e una sicurezza da professionisti.

Merito degli insegnanti che hanno preparato i musicisti, e che accanto a loro si sono seduti a suonare, e merito del maestro José Rafael Pascual Vilaplana, che concerta con scrupolosità e pragmatismo ma senza rinunciare a “fare musica”. Insomma non c’è niente di scolastico o ingessato nella prova dei ragazzi, tutt’altro, e se qua e là si percepisce qualche piccola esitazione, a onor del vero assai poche, la compattezza e la quadratura dell’insieme sono quelle che ci si aspetta da un’orchestra “vera”.

Le Evocazioni di Paul Huber e le Metamorfosi Sinfoniche su temi dalla Terza sinfonia di Saint-Saëns di Philip Sparke, affidate all’orchestra a fiati, aprono il concerto con la giusta baldanza e ci mettono poco a silenziare il vociare dei bar di Piazza Garibaldi. Suono pieno e scintillante, precisione e pulizia, esattezza ritmica, c’è tutto quel che serve.

I brani tratti dalla Bella Addormentata di Čajkovskij, che danno il via alla prova dell’Orchestra Sinfonica, tradiscono un filo di emozione nell’Introduzione ma proseguono in crescendo, tuttavia ciò che colpisce e conquista maggiormente è l’ottimo Bolero di Ravel che segue. Vilaplana lo stacca rapido, ma senza mai perdere un gusto molto “francese” per le nuances dinamiche e la leggerezza; la qualità dei musicisti impegnati come prime parti e del rullante – vera e propria spina dorsale del lavoro – fa il resto.

Non è facile il Bolero, che esige una solidità strutturale, ritmica e musicale, dell’orchestra e una spiccata sensibilità negli interventi solistici, eppure all’Orchestra La Macia riesce benissimo. Il pubblico se ne accorge e chiede il bis. Successo pieno.

La recensione si riferisce al concerto del 30 luglio 2017.

 

Paolo Locatel

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